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Nelle mani dei briganti
Di fronte alla domanda del dottore della legge “chi è il mio prossimo?”
Gesù risponde con la concretezza della parabola del buon samaritano. Nel descrivere l’inizio della scena Van Gogh rappresenta un uomo sofferente, semi nudo e umiliato. Il viandante ha una benda sulla testa, è privo di forze e viene caricato con fatica dal samaritano sul proprio cavallo. Non riesce a reggersi e, muto nel suo dolore, si aggrappa disperatamente a chi lo sostiene in un difficile abbraccio. Il cavallo attende con pazienza che il malcapitato venga posto in groppa e ha le orecchie dritte perché è pronto a percepire e assecondare ogni movimento. Il pittore vuole comunicarci che il cavallo sembra partecipare al dramma, a differenza del sacerdote e del levita indifferenti e quasi invisibili ormai nella scena. Con la descrizione di questo particolare si coglie il messaggio:
“Il male subito è doloroso perché ti spoglia di tutto, ti spoglia di ogni dignità umana, indebolisce, fa cadere in uno stato di impotenza e depressione.”
Il messaggio è impegnativo dal momento che ci provoca a ripensare a coloro che infliggono il male e a coloro che lo subiscono.
1. Il male è subìto dal malcapitato e, perciò, è fonte di dolore e di annientamento. In questo caso è lui la vittima mentre i carnefici sono i briganti che “lo lasciano mezzo morto”.
2. A volte, però, il male è compiuto, i briganti non sono gli altri ma noi stessi. Capita quando i nostri interessi, il nostro io è anteposto al noi e ai bisogni di chi è più debole e indifeso. E’ necessario imparare a domandarsi se tutto il male viene dall’altro o si alimenta nel nostro cuore.
Perciò è decisivo pregare così:
“Signore, se cado nelle mani di briganti e imbroglioni, Tu ricordami che lo stesso è accaduto a Te. Fà che non abbia mai a perdere fiducia nel fratello o nella sorella. Prego perché le mie e le nostre mani siano generose, pronte all’aiuto e al perdono.”
Un dono unico e indispensabile per riconoscere e confessare il male che ci abbruttisce è il sacramento della confessione e, ancor prima, l’”Esame di coscienza” dove ci interroghiamo sul bene compiuto e sul male vissuto.
Anche per questo tempo, il quaresima è tempo favorevole per vivere il sacramento della confessione. E a viverlo come suggerisce il Cardinale Martini:
“Suggerisco ordinariamente di iniziare la confessione lodando e ringraziando Dio per i suoi doni, per il suo disegno d’Amore, per la bontà che esprime nella vita di ciascuno di noi (confessione di lode) alla luce dei doni ricevuti è più immediato scorgere le distanze e i peccati personali.”
Don Mauro
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dal Vangelo secondo Luca
“ Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto ”
10,30
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"Signore, se cado nelle mani di briganti e imbroglioni, Tu ricordami che lo stesso è accaduto a Te. Fà che non abbia mai a perdere fiducia nel fratello o nella sorella. Prego perché le mie e le nostre mani siano generose, pronte all’aiuto e al perdono.”
Venerdì 2 ottobre alle 21 nella Chiesa Parrocchiale di Dugnano viene proposto l’avvio di un percorso di formazione per tutti gli adulti.
1) PERCHE’
E’ necessario? E’ utile? E’ possibile visto i ritmi di vita ordinaria dedicare un tempo per la propria formazione? Non è meglio fare, agire?
Con tutta probabilità è decisiva una scelta di questo genere perché i mesi trascorsi hanno innescato apprensioni inedite che chiedono tempi di ascolto e di approfondimento per “evitare di essere stolti”.
Scrive il vescovo nella proposta “Infonda Dio la sapienza nel cuore”
Le vicende drammatiche che attraversiamo hanno forse predisposto un numero maggiore di uomini e donne ad affrontare domande inconsuete, a invocare risposte capaci di orientare un comportamento, a desiderare un dialogo senza preclusione di tempi e di culture per lasciarsi istruire a proposito della vita, niente di meno che la vita.
Per chi è così predisposto è possibile condividere l’entusiasmo dello scriba che cerca la sapienza: «Egli ricerca la sapienza di tutti gli antichi e si dedica allo studio delle profezie. Conserva i detti degli uomini famosi e penetra le sottigliezze delle parabole, ricerca il senso recondito dei proverbi e si occupa degli enigmi delle parabole. Svolge il suo compito fra i grandi, lo si vede tra i capi, viaggi in terre di popoli stranieri, sperimentando il bene e il male in mezzo agli uomini» (Sir. 39,1-4).
2) COME?
E’ un tempo di studio? E’ una proposta di conoscenza tecnica? Non proprio!
Si tratta di un tempo ben delimitato (dalle 21 alle 21,45) in cui fare esercizio di ascolto e far emergere domande che riguardano la nostra vita e percepire che ci sono percorsi per “evitare di essere stolti”, per evitare di rincorrere il tempo che ci è dato vivendolo con intensità e frutto.
Il libro biblico del Siracide favorisce questo approccio perché
“I sapienti di Israele ma anche i sapienti di ogni tempo e di ogni cultura, condividono l’entusiasmo per la ricerca della sapienza e la raccomandano ai figli, ai giovani, perché ne hanno sperimentato la bellezza, l’utilità, le gratificazioni.
Si possono mettere in evidenza quelle che risultano essere le ragioni principali dell’attrattiva della sapienza”.
L’incontro è davvero per tutti!
don Mauro
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Venerdì 12 febbraio ore 21
>>>testo guida<<<
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